…continuiamo a parlare di Veolia!

La riflessione iniziata su TerritoRioT #0 ha messo in evidenza i diversi
interessi della Veolia in Calabria: non solo il business dell’acqua e della
Sorical, da noi Veolia significa anche gestione dei rifiuti!

Il 31 maggio 2007,
gli organi di informazione finanziaria salutarono con entusiasmo la notizia
dell’acquisto da parte di Veolia del 75% dell’azienda spezzina di gestione
rifiuti TM.T., di proprietà di Termomeccanica. Questa partecipazione potrà
essere portata al 100% entro il 2012.

La TM.T ha realizzato nel 2006 un
fatturato di 97 milioni: tenuto conto dei progetti in corso, questa cifra
dovrebbe subire una “crescita significativa nel corso dei prossimi anni e
raggiungerà circa 200 milioni nel 2011”, come ha precisato la stessa Veolia.
Ciò ha comportato che quasi il 90% della TEC S.p.A. passasse di mano, arrivando
in quelle avide dei nostri “amici” d’oltralpe.

Nonostante questo passaggio
azionario, il pesante conflitto di interessi tra la TEC e le società miste per
la raccolta di rifiuti non è stato sanato: sia Piana Ambiente che Fata Morgana
hanno una forte partecipazione, in quota privata, di Termomeccanica, padrona
ancora del 25% di TM.T. e con tutto l’interesse a incrementare gli utili
dell’inceneritore di Contrada Cicerna.

Le gestioni della Veolia sono spesso
oggetto di aspre polemiche: in questi giorni, a Lucca, si sta discutendo di
un’eventuale revisione della gestione del locale inceneritore. Lo scorso
inverno in questo impianto sono stati riscontrati valori di diossina superiori
ai limiti di legge. Addirittura è stata ventilata una manomissione dei dati
sulle emissioni dell’inceneritore.

Ma la Veolia, come le altre grandi
multinazionali del resto, è brava a costruirsi un’immagine di ente benefico e
munifico, sponsorizzando iniziative e manifestazioni o promuovendo progetti di
pubblica utilità. Ma come possiamo mai considerare necessari per i cittadini
progetti come le discariche “di servizio” dello Zimbario o di Siderno?

Il
privato, il più onesto, ha un solo obiettivo: il profitto! Se investe decine di
milioni di euro per realizzare una discarica, mettendo pure sul piatto della
bilancia bonifiche, centrali fotovoltaiche, serre, campi giochi vuol dire che
si aspetta un bell’introito! E questo guadagno lo garantiranno i “clienti”:
noi!

Le “buone intenzioni” della Veolia si sono evidenziate a Napoli, dove si
era, in un primo tempo, ritirata dalla gara d’appalto per la gestione dei
rifiuti campani e per la costruzione di tre nuovi inceneritori, salvo poi
rientrare in grande stile. Motivo di questo colpo di scena? Il bravo Prodi,
prima di farsi da parte, aveva lasciato l’ultimo regalino: la firma sul decreto
per sbloccare i contributi alla costruzione degli inceneritori, quei Cip6 che i
cittadini pagano per le energie rinnovabili e che l’Italia, oggetto per questo
di procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea, usa per finanziare
anche gli inceneritori.

Se non ci fossero questi finanziamenti – il 7% delle
nostre bollette Enel – i “termovalorizzatori” non sarebbero appetibili per gli
investitori privati: sono i Cip6 che valorizzano i rifiuti per i privati, che
ci guadagnano 55 euro per ogni tonnellata incenerita. L’ennesima riprova che
l’incenerimento dei rifiuti è solo un grande business, buono ad attrarre le
grandi multinazionali straniere, tornate a colonizzare i nostri territori.

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