TerritoRioT #1

In questo numero 1:

L’editoriale

Era il 31 maggio del 2007, quando MDT faceva la sua prima
apparizione pubblica: un convegno a Gioia Tauro, con ilprof. Paul Connett, sull’incenerimento dei
rifiuti, sui danni alla salute dei cittadini e le ripercussioni sull’economia
della Piana.

Da allora le nostre magliette e le nostre bandiere sono
state presenti non solo su tutto il territorio pianigiano, ma anche su quello
nazionale, per far sì che la “questione Gioia Tauro” non fosse solamente un
problema locale ma diventasse caso per l’Italia tutta. E d’altronde una
concentrazione così alta di mega-impianti inquinanti in un fazzoletto di terra
così martoriato da pesanti problematiche sociali, non può essere solamente una
faccenda locale.

Le 8.500 firme raccolte contro il raddoppio
dell’inceneritore e le 8mila persone scese in piazza a spingere il Consiglio
Regionale per bloccare quest’assurdità, le numerose iniziative nei vari comuni
pianigiani, il presidio per monitorare l’inceneritore durante la crisi campana
sono solo alcuni dei diversi risultati ottenuti dall’MDT.

Un Movimento che ha lavorato e che è cresciuto nel tempo, al
punto tale che oggi si pone grossi interrogativi sulle modalità più idonee al
proseguimento della lotta! Alcuni ritengono che sia da privilegiare un percorso
“istituzionale” legato alle logiche di rappresentanza partitiche ed elettorali,
noi insistiamo nel credere che l’unica possibilità che abbiamo per difendere
questi territori sia continuare a lavorare tra la gente per sviluppare la
crescita della coscienza collettiva, capace non soltanto di costruire un
percorso di lotta efficace ma anche di imporre dal basso scelte realmente
sostenibili: coscienza che solo la pratica dell’autorganizzazione può far maturare!

La difesa dell’ambiente, inoltre, non è materia solo per
amanti della natura: la questione ambientale oggi è questione di salute e,
ancor più, di libertà, significa poter scegliere il futuro che “noi” vogliamo
per noi ed i nostri figli, non quello che ci vorrebbero imporre i grandi potentati
economici internazionali.

Difendere il territorio significa anche cercare di salvare,
o ricreare, quella complessità di relazioni sociali che fanno di un gruppo di
donne e uomini una comunità. Ed è dalle comunità, solo dalle comunità, che può
venire la vera democrazia!

Quella che stiamo affrontando è una battaglia di lungo
respiro, che ha bisogno del contributo di tutte e tutti, ognuno con la propria
diversità! Noi, quelli di TerritoRioT, ci saremo sempre! Perché la nostra lotta
è la lotta di tutti quelli che credono che un nuovo modello di sviluppo sia
necessario, senza guerre e sfruttamento, centrali che producono veleni, ponti
che uniscono deserti e treni vuoti ultraveloci.

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